Assoenologi, una questione di stile, anzi… di stilisti

di Riccardo Cotarella

 

Gli enologi sono gli stilisti del vino che portano il Made in Italy nel mondo”. Ad essere sincero sono parole che avrei voluto dire io, ma non finirò mai di ringraziare il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, per averle pronunciate nella giornata inaugurale del nostro Congresso nazionale. In quella frase c’è la sintesi perfetta di ciò che siamo e di ciò che facciamo. Copyright a parte, enologi stilisti del vino italiano credo che possa tranquillamente diventare il nostro claim di cui andare orgogliosi e fieri. E lo dobbiamo essere davvero, perché Assoenologi ha dimostrato, in questi importanti appuntamenti di primavera, di essere innanzitutto una grande famiglia.

Parto dalla tre giorni congressuale. Splendida. Dopo due anni difficili, segnati dall’emergenza pandemica, ci siamo ritrovati a Verona per riprendere il percorso da dove lo avevamo interrotto. Abbiamo scoperto di essere ancora più forti e consapevoli di due anni prima. Abbiamo capito che i due anni di assenza – fatta eccezione per il congresso in modalità online del 2020 – non sono trascorsi invano. Il 75esimo Congresso Assoenologi resterà nella storia dell’Associazione non solo perché è stato il Congresso della ripresa, ma soprattutto per la qualità degli interventi e per lo spessore assoluto dei partecipanti, a iniziare dai tre ministri della Repubblica. Sarà ricordato come il Congresso che ha portato Assoenologi su una nuova dimensione, se possibile, ancora più autorevole sullo scacchiere nazionale e internazionale del mondo del vino e dell’agroalimentare in generale. Un traguardo reso possibile dall’ innalzamento del nostro essere professionisti, capaci non solo di raggiungere grandi obiettivi in cantina, ma anche di esserne ambasciatori.
Poi abbiamo vissuto, all’interno della cornice Vinitaly, il momento dell’Assemblea generale ordinaria dei soci con ma quale si è di fatto avviato il nuovo Consiglio di amministrazione. Un’Assemblea così partecipata non l’avevo vissuta mai e anche questo è un segno dei tempi. Vedere la passione, l’interesse, la voglia di partecipazione sui volti dei nostri associati è qualcosa che dà senso compito all’impegno e alla dedizione che ogni giorno si mette a disposizione di Assoenologi. Il nuovo Consiglio, rispetto all’uscente, ha anche il volto giovane dei nuovi arrivati che è garanzia di continuità. Proprio ai più giovani, che per la prima volta entrano a far parte di questa fantastica squadra, voglio dedicare un pensiero. A loro dico di vivere appieno questa esperienza con la spensieratezza dei loro anni e allo stesso tempo, con la saggezza di chi li ha preceduti. Saranno una risorsa importante per il presente e il futuro dell’Associazione.
Infine, ma non ultimo in ordine di importanza, una riflessione sulle grandi aziende che da anni sono al fianco di Assoenologi. Per semplificare le chiamiamo partner, a volte sponsor, ma credo che sia riduttivo. Queste aziende, con i loro capitani d’impresa, fanno parte della famiglia Assoenologi. Senza i loro prodotti, le loro sperimentazioni, le loro continue ricerche, il lavoro di noi enologi sarebbe praticamente impossibile. Tra l’enologo e l’azienda produttrice di materiali per l’agricoltura o la vinificazione che sia, si è creato un connubio professionale ormai imprescindibile. Nuove tecniche e nuove soluzioni, sempre più sostenibili, sono alla base di uno scambio reciproco di competenze e professioni. Assoenologi è orgogliosa di avere al fianco professionisti unici nei loro settori.
Adesso, nonostante si stiano vivendo momenti di grande difficoltà in tutto il mondo e in particolare in Europa per il conflitto in atto in Ucraina, siamo comunque chiamati a delineare il futuro dell’Associazione e dell’enologia tutta. Siamo chiamati a nuove sfide, alle quali non vogliamo sottrarci. So che lo faremo con la passione e la professionalità di sempre. E lo faremo ancora con stile, pardon, da stilisti.