Non solo spritz e cocktail, i giovani amano il vino

di Riccardo Cotarella

Per lungo tempo si è pensato che il rapporto tra i giovani e il vino fosse, per così dire, distaccato. Nell’immaginario collettivo, la gioventù era associata a bevande più semplici e immediate, come lo spritz o i cocktail dal sapore deciso. Tuttavia, questa percezione sta mutando e alcuni dati parlano chiaro: i giovani amano il vino, e lo amano sul serio. La conferma di questa affermazione non arriva solo dalle statistiche o dagli studi di settore, ma anche da esperienze dirette e concrete, come quella che ho avuto recentemente a Capri. In un noto ristorante dell’isola, ho incontrato un giovanissimo sommelier di soli 23 anni, Piero Allifuoco, che già gestisce la sala e la carta dei vini con una competenza e una passione sorprendenti.

Non si tratta di un caso isolato: Piero rappresenta una nuova generazione di giovani che si avvicinano al mondo del vino con un entusiasmo contagioso, che trova radici nella curiosità e nel desiderio di conoscere, comprendere e, soprattutto, gustare il vino in tutte le sue sfumature. Questi giovani non si accontentano di ciò che è semplice o immediato. Al contrario, si stanno dimostrando molto esigenti nelle loro scelte, orientandosi verso vini di qualità. Vini che, pur mantenendo intatta la complessità e la ricchezza dei territori da cui provengono, risultano assolutamente adatti a momenti di convivialità, come un aperitivo o un pranzo informale con amici, o una cena più elaborata. Quello dei giovani è un mercato in grande evoluzione, che sta cambiando anche il modo di produrre vino.

Sempre più produttori, infatti, si stanno orientando verso la creazione di vini che incontrino anche i gusti di questa nuova generazione di consumatori. Questo fenomeno non riguarda solo la degustazione, ma si estende anche a una crescente passione per il vino inteso come cultura, arte e rappresentazione del territorio. Sono sempre di più i giovani che scelgono di intraprendere percorsi di studio in ambito agrario o enologico, attratti dall’idea di lavorare in un settore che non solo produce una delle eccellenze italiane, ma che racconta anche la storia, le tradizioni e l’identità di un Paese. Il vino, in questo senso, diventa un grande ambasciatore, capace di affascinare e conquistare chiunque, e i giovani non fanno eccezione.

L’enoturismo, poi, è un altro segnale evidente di questa passione. Viaggiare alla scoperta di cantine e vigneti, partecipare a degustazioni guidate e scoprire i segreti della produzione vinicola sono attività che attirano un numero sempre crescente di giovani, desiderosi di vivere un’esperienza completa che unisca piacere e conoscenza. Durante i miei frequenti viaggi, sia in Italia che all’estero, ho avuto modo di toccare con mano questa realtà. Sempre più spesso, giovani appassionati mi fermano per chiedere un consiglio, un parere su un vitigno o una varietà di vino, o anche solo per condividere un momento di dialogo su questa comune passione. Questi incontri mi confermano che il mondo del vino sta vivendo una fase di grande evoluzione, dove i giovani non sono solo spettatori, ma protagonisti attivi e consapevoli.

In conclusione, è evidente che il rapporto tra i giovani e il vino è molto più profondo di quanto si potesse immaginare fino a pochi anni fa. Questo nuovo interesse rappresenta una straordinaria opportunità per l’intero settore vitivinicolo, che deve saper cogliere le esigenze di un pubblico sempre più attento e preparato. E se è vero che il vino è il racconto di un territorio e di una cultura, possiamo essere certi che la nuova generazione saprà aggiungere nuovi e appassionanti capitoli a questa storia millenaria.