Il presidente Cotarella: “Vino miniera inesauribile, ma abbassiamo la produzione”
di Laura Bacca
Il 30 e 31 maggio, nella splendida location del Bastione di Saint Remy di Cagliari, si è svolta la massima assise di Assoenologi impreziosita dalla presenza del ministro Francesco Lollobrigida e dall’imprenditore umanista Brunello Cucinelli.
“È un Congresso che parla e guarda al mondo – ha spiegato il presidente Cotarella – Un appuntamento che mette al centro il valore del vino e affronta le sfide del cambiamento. Siamo in un momento estremamente delicato, le crisi internazionali mettono a dura prova i mercati e i nostri relatori, tra i massimi esperti in materia, hanno fotografato alla perfezione quello che sta accadendo”. “La sfida principale che riguarda il mondo del vino – ha aggiunto Cotarella – è legata alla sovrapproduzione, dobbiamo assolutamente diminuire le nostre produzioni, al di là delle richieste del mercato. L’ottimo sarebbe diminuire la produzione e innalzare ulteriormente la qualità dei nostri vini così da essere super concorrenziali a livello mondiale”. “In questo congresso – ha ribadito ancora Cotarella – emerge, con grande forza, il ruolo chiave degli enologi che, assieme, ai produttori, sono l’anima profonda della vitivinicoltura italiana”.
Due giornate intense e ricche di contenuti
Il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura e “serve un’Europa che torni alle sue radici, quella dei padri fondatori che misero proprio l’agricoltura e la produzione al centro, per garantire prosperità ai propri popoli”. Evidenziando che “dove non c’è agricoltura non c’è neppure manutenzione dell’ambiente”. Parlando nello specifico di vino, il ministro ha ricordato che “è cultura, identità, storia”. “Il vino è da sempre patrimonio della nostra alimentazione”, ha aggiunto il ministro.
L’imprenditore Brunello Cucinelli si è soffermato su “l’intelligenza artificiale che ci aiuterà moltissimo, ma non posso immaginare che ci possa sostituire”. “Avremo bisogno sempre più di persone che generano, creano e di mani sapienti, ma le mani sapienti devono avere una giusta remunerazione”, ha aggiunto. Parlando di sostenibilità, abbinata anche alla viticoltura, l’imprenditore ha suggerito di “tornare a vivere in equilibrio con il Creato, dobbiamo prendere il mondo secondo misura”.
Il Congresso, che è stato condotto da Sissi Baratella, enologa e comunicatrice del vino, socia Assoenologi della Sezione Veneto Occidentale, ha fatto il punto sui principali mercati mondiali, attraverso relatori di primo piano. Jon Moramarco, famoso importatore americano, ha parlato del mercato americano, Maximilian Scheld, amministratore delegato di Weinland Ariane Abayan di Amburgo, di quello tedesco, Nicholas Moschi, direttore acquisti di Liberty Wines, di quello del Regno Unito e Leo Xiangxin Kong, di quello cinese.
Durante i lavori congressuali diverse sono state le tavole rotonde, tutte affidate alla professionalità della giornalista di Rai 1 Anna Scafuri. A quella dedicata a “Il mercato del vino italiano tra Horeca, Gdo e comunicazione” hanno partecipato personaggi scelti tra i maggiori esperti delle rispettive materie: Alessandro Rossi (Paresa), Daniele Colombo (Esselunga), Valentina Bertini (Langosteria), Roberto Serra (ristorante Armidda) e Gigi Brozzoni (giornalista). Di “Competenze complementari per un approccio contemporaneo al mondo del vino” hanno invece parlato i tre Master of Wine italiani: Gabriele Gorelli, Andrea Lonardi e Pietro Russo.
Antonio Galloni (Vinous), considerato uno dei critici del vino più influenti al mondo, si è collegato dalla California per dare il suo parere sulla comunicazione del vino e Andrea Landi ha parlato dell’evoluzione della figura dell’enologo.
La mattina di venerdì si è chiusa con l’intervento di Fadi Batarseh, enologo della cantina Cremisan di Betlemme, e con le relazioni sui vini dealcolati da parte dell’avvocato Marco Giuri e dell’enologo Gianmaria Zanella a cui è seguita la degustazione comparativa di alcuni campioni.
La degustazione dei vini sardi
Sono stati dieci i vini sardi messi in degustazione nella seconda giornata del 77° Congresso, selezionati per le due eccezionali masterclass, condotte dai giornalisti Giuseppe Carrus, Angelo Concas e Gilberto Arru, e circa 300 quelli scelti per accompagnare i momenti conviviali del congresso, quello della pausa pranzo e della cena di gala.
La prima masterclass, dal titolo “La Sardegna, un piccolo continente”, ha portato in degustazione sette vini rappresentativi dei diversi territori sardi. Mentre la seconda “Tre fuori classe che sfidano il tempo” si è posta l’obiettivo di porre l’accento su annate con almeno vent’anni di affinamento.
“La Sardegna enologica è la grande protagonista di questa seconda giornata di lavori – ha spiegato Mariano Murru, presidente regionale Assoenologi – Attraverso i nostri vini facciamo vivere l’esperienza di un viaggio che raggiunge tutti i territori vitivinicoli della Sardegna e questo consente di mettere in evidenza non solo i vini che sono espressione dei più noti vitigni come Vermentino o Cannonau, ma anche quelle varietà meno diffuse e conosciute ma che riservano delle grandi e piacevoli sorprese”. A tale proposito ricordiamo che nella cena di gala, riservata agli ospiti Assoenologi, c’è stata la possibilità di scegliere vini da una carta con 200 etichette. “Questa regione esprime vini di grande qualità anche con i suoi vitigni meno noti, penso ad esempio al Nuragus e al Nasco di Cagliari, tanto per citarne due. La biodiversità dell’Isola è straordinaria e si ritrova completamente in tutti i suoi vini, che sanno raccontare ed esprime tutta la forza della Sardegna”, ha sottolineato invece il presidente nazionale Assoenologi, Riccardo Cotarella.
Oltre alle due masterclass, tre sono stati i focus. Il primo si è concretizzato dalla tavola rotonda “La Sardegna, isola della biodiversità, terra madre della vite” a cui hanno partecipato numerosi professori universitari e ricercatori. Nel secondo di sono succeduti i presidenti dei Consorzi di tutela vini della Sardegna, mentre il terzo è stato dedicato al tema della longevità, che vede la Sardegna in primo piano. Relatori Gianni Pes, medico dell’Università di Sassari e scopritore delle Blue Zone e Dan Buettener, ricercatore della National Geographic (in video).
I lavori del pomeriggio di venerdì si sono chiusi con un video collegamento con Paolo Fresu, jazzista di fama mondiale, grande viaggiatore ma che ha sempre mantenuto un legame profondo con la Sardegna e i suoi valori.
Il Congresso si è chiuso con una cena di gala a “Is Paulis” di Serdiana, dove, tra Mammutones, Tenori di Bitti e balli folcloristici, è stato annunciato che il prossimo congresso si svolgerà in Sicilia, e più precisamente ad Agrigento, capitale della cultura 2025.
Le registrazioni delle due giornate congressuali sono disponibili sulla pagina Facebook di Assoenologi, mentre sul numero di luglio/agosto de l’Enologo saranno pubblicate le numerose relazioni esposte. Nella pagina dedicata al Congresso del sito internet di Assoenologi è disponibile la galleria fotografica e i power point dei relatori.